Inceneritore di Sesto, l’amministratore delegato: “Il futuro? Entrare nel teleriscaldamento di Milano”

La crisi dei consumi ha fatto calare la quantità di rifiuti prodotti, facendola tornare al livello di 10 anni fa. Per il forno inceneritore di Sesto San Giovanni e la società pubblica che lo gestisce (partecipata da Sesto San Giovanni, socio di maggioranza e dai comuni di Cormano, Cologno Monzese, Pioltello, Segrate), tuttavia, la spazzatura bruciata nel forno è rimasta più o meno la stessa, grazie ad accordi con altri consorzi.

Ma quale sarà il futuro dell’impianto di via Manin? Lo abbiamo chiesto a Marco Cipriano, amministratore delegato e direttore generale di Core.

D- Quale è la situazione dell’impianto di Sesto?

R- “Oggi bruciamo circa 70mila tonnellate di rifiuti l’anno, di cui il 67% prodotte dai comuni nostri soci. Il resto arriva dalla partecipazione alle gare indette dai consorzi. La società smaltisce i rifiuti di Cinisello Balsamo, del Consorzio Brianza, di Settala, Casorezzo e di Amiacque. Dall’inceneritore dei rifiuti conferiti si produce vapore che viene trasformato parte in energia elettrica e parte in energia termica per la rete di teleriscaldamento di Sesto“.

D- Ma il futuro quale sarà?

R- “La crisi economica e finanziaria ha provocato una sensibile riduzione della quantità di rifiuti urbani e assimilabili reperibili sul mercato. Oggi è difficile trovare persino le 70mila tonnellate annue necessarie al funzionamento del forno di via Manin. E’ in atto una sorta di guerra commerciale, con prezzi in discesa che favoriscono gli impianti più grandi e moderni. In Regione, inoltre, vi è un sottoutilizzo degli inceneritori, per cui è stata ventilata l’ipotesi di chiudere quelli più piccoli. Il nostro impianto, tuttavia, è stato riconfermato nel piano regionale dei rifiuti.

Occorre però che si pensi ad un ammodernamento del forno, per poter produrre più energia termica da cedere alla rete di teleriscaldamento. In questo senso l’avvio della città metropolitana potrebbe portare ad un’ottica di joint venture con A2A perché il forno possa entrare nella rete di teleriscaldamento di Milano. Altrimenti l’impianto è destinato ad essere spento, con un aumento per i comuni soci del costo di smaltimento dei rifiuti che andranno portati altrove. Del resto già oggi Core chiude il bilancio in pareggio o con un piccolo utile grazie al fatto che i Comuni soci pagano una tariffa più alta rispetto ai clienti terzi contribuendo a sostenere direttamente l’azienda“.

D- Però molti pongono l’accento sulla strategia dei rifiuti zero, cioè raccolta differenziata spinta e smaltimento a freddo del secco (ad esempio triturazione delle plastiche anziché fusione). E’ davvero impossibile?

R- “Io sono un ambientalista convinto, ho contribuito a scrivere una legge regionale in materia ambientale che è tutt’ora in vigore. Sarei ben felice se si attuasse una strategia di questo tipo, rifiuto zero a chilometro zero, ma occorre essere realisti: oggi non ci sono alternative agli inceneritori. Si comincino a chiudere tutte le discariche: in Italia ve ne sono ancora di aperte, nonostante l’Unione Europea le abbia vietate.

Ricordo che i termovalorizzatori sono gli impianti industriali più controllati in assoluto e le norme sono molto severe. Chiunque può vedere, dal monitor nel palazzo comunale, che cosa esce dal camino della struttura di via Manin: molto meno degli inquinanti che produce la tangenziale. Il nostro forno, inoltre, è collegato alla rete di rilevamento di Arpa Lombardia: dunque le istituzioni sanno in tempo reale quel che succede“.

D- Il consiglio regionale della Lombardia ha approvato all’unanimità una mozione per chiudere, entro un certo numero di anni, gli 11 impianti presenti su tutto il territorio, lo stesso farà la Germania coi suoi inceneritori. Non le sembra che possa funzionare?

R- “Se si riferisce agli impianti di solo smaltimento dei rifiuti, penso che si possa fare: degli undici inceneritori regionali non tutti producono energia termica e la Regione è ampiamente autosufficiente, non volendo bruciare la spazzatura di altri. Per la Germania la vedo difficile che chiuderà un business redditizio: le strutture tedesche e olandesi bruciano rifiuti da tutta Europa, Napoli compresa e Campania comprese”.

D- Per quanto riguarda la pulizia di Sesto e la raccolta dei rifiuti, che Core ha in appalto dal Comune?

R- “Il contratto col Comune di Sesto è scaduto alla fine di ottobre 2011, da allora si sono succedute una serie di proroghe che non ci hanno permesso investimenti di lungo periodo. Verosimilmente la nuova gara d’appalto sarà pronta per metà 2014, noi auspichiamo che la situazione si chiarisca. Certamente vi sono varie soluzioni, ma non spetta noi indicarle all’amministrazione comunale. L’importante è che sia presa una decisione“.

D- A che punto è l’iter del contenzioso con l’autorità garante per l’energia? Dovreste restituire 8 milioni di euro, soldi in più per gli incentivi alla produzione di energia elettrica che non avreste dovuto prendere.

R- “Questo è ciò che sostiene l’Autorità, ma noi non siamo dello stesso avviso. L’energia elettrica consumata dall’impianto è stata comprata dall’Enel, non sottratta al Gestore della Rete, che ha portato a una riduzione del presunto indebito. La società ha presentato ricorso al Tar della Lombardia che aveva fissato l’udienza di merito nel giugno 2012, poi spostata ai primi giorni del 2014. Siamo moderatamente fiduciosi che alla fine tutto si chiarirà per il meglio“.

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